Sostenibilità comincia a divenire una delle parole chiave del futuro anche nel vitivinicolo. Proprio le conseguenze del cambiamento climatico sui vini di metodo e su quelli di territorio saranno il fil rouge delle tre sessioni di digital tasting nella prima giornata della Valpolicella annual conference (26 e 27 febbraio), l’evento live ideato dal Consorzio a cui hanno già aderito operatori e stampa da 26 paesi target (Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Emirati Arabi, Estonia, Germania, Giappone, Grecia, Hong Kong, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Singapore, Spagna, Svezia, Ucraina, UK, Francia, USA, Svizzera e Ungheria). Un vino più green quindi, come richiesto dai mercati internazionali con sempre maggior forza.
E la DOC veronese si attrezza: solo nell’ultimo anno, la superficie certificata “RRR” (Riduci, Risparmia, Rispetta) – il progetto di sostenibilità ambientale, economica e sociale dal vigneto alla cantina del Consorzio vini Valpolicella -, ha registrato un aumento del 12% rispetto al 2019, arrivando oggi a 1210 ettari. Inoltre, il vigneto della prima Dop di vini rossi del Veneto muove sicura anche verso il biologico, che ora conta su 430 ettari certificati (+14% sul 2019, raddoppiati rispetto al 2018) mentre altrettanti, 436, sono in fase di conversione bio. “La sostenibilità ambientale – commenta Christian Marchesini, presidente del Consorzio vini Valpolicella –, non è solo un valore del Consorzio, che ha anche modificato i disciplinari di produzione inserendo prodotti fitosanitari a basso o nullo impatto ambientale; è un driver strategico sui mercati internazionali, dove continua a crescere la domanda di vini sostenibili e bio. Va detto anche che la svolta green della denominazione incrocia inoltre l’incremento delle aziende certificate RRR, passate da 82 nel 2018 alle 142 di oggi. Un percorso, conclude Marchesini, che ci consentirà di potenziare il posizionamento dei nostri vini e di sostenere le aziende nelle sfide legate al cambiamento climatico”. Sono quasi 8.400 gli ettari vitati nei 19 comuni della Doc veronese Valpolicella. Nella provincia leader in Italia per export di vino, sono 2.273 i produttori di uve e 272 le aziende imbottigliatrici. Nel 2019 sono state prodotte circa 64 milioni di bottiglie, il giro d’affari medio complessivo è di circa 600 mln di euro annui di cui 350 mln stimati solo per l’Amarone. L’area di produzione è molto ampia ed è riconducibile a tre zone distinte: la zona Classica, (Sant’Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Fumane, Marano e Negrar); la zona Valpantena, comprendente l’omonima valle; la zona DOC Valpolicella, con Verona, Illasi, Tramigna e Mezzane. Le varietà autoctone che danno vita ai vini delle denominazioni vini Valpolicella sono: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. I vini della denominazione sono il Valpolicella doc, il Valpolicella Ripasso doc, l’Amarone della Valpolicella e il Recioto della Valpolicella entrambi docg.