La Commissione europea ha approvato l’immissione sul mercato della Locusta migratoria per uso alimentare umano. L’insetto potrà essere prodotto e venduto sul mercato UE come congelato, essiccato o in polvere e sarà destinato alla commercializzazione come snack o ingredienti alimentari. Una novità che non è gradita dal 54% degli italiani, i quali sono proprio contrari agli insetti a tavola, mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli, il 16% e non risponde il 6% (indagine Coldiretti/Ixe).
Si tratta del secondo via libera nell’Unione all’utilizzo alimentare umano di un insetto ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 sui Novel Food. In estate, la Commissione aveva già concesso la prima autorizzazione di un insetto per uso alimentare nell’ambito del nuovo regolamento novel food, la larva gialla della farina (Tenebrio molitor), con la possibilità di utilizzarlo intero essiccato sotto forma di snack e come farina ingrediente in una serie di prodotti alimentari.
A spingere verso il consumo di insetti è da qualche anno la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) forte del fatto che nel mondo già quasi 2000 specie sono considerate commestibili e vengono consumate da almeno 2 miliardi di persone.
Tra i popoli si possono trovare molti esempi di insetti commestibili. Si va dalla pasta all’uovo artigianale ai grilli, ai millepiedi cinesi arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati, dalle tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos ai vermi giganti della farina dalla Thailandia. Ma ci sono anche il baco da seta all’americana, la vera “star” degli insetti cibo, le farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite, le cimici d’acqua dalla Thailandia fino agli “aperinsetti”, vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino “made in Belgio”, magari da mandare giù con un sorso di Vodka con bachi da seta. E per i palati più temerari ci sono anche scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia e spiedini di scarabei come aperitivo, anch’essi thailandesi. Vastissima la scelta di grilli, da quelli al curry e cocco a quelli piccanti, fino a quelli al peperoncino dolce, tutti made in Thailandia.
Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura, l’arrivo sulle tavole degli insetti – sottolinea la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari.
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