Da “Sana Slow Wine Fair” che presenta la produzione vitivinicola artigiana e sostenibile italiana e internazionale, inaugurata domenica 27 marzo a BolognaFiere (542 produttori da 19 paesi), giunge un appello da parte di Carlo Petrini, presidente e fondatore di Slow Food, e Don Luigi Ciotti, presidente di Libera: ”Produrre vino – indica Petrini, è una forma d’arte: tenete insieme etica ed estetica, il bene e il bello. Divertitevi, fate vini come piacciono a voi, liberatevi dall’omologazione, siate virtuosi nei rapporti con la terra e con i vostri collaboratori. Vivete con gioia, ma tenete gli occhi aperti: non consideratevi mai immuni dalle responsabilità”.
Un appello accorato, l’invito a coltivare la terra, a produrre vino, e più in generale cibo, tenendo a mente che l’agricoltura è un dialogo tra la natura e l’uomo. Che esiste una responsabilità sia ambientale che sociale. “Il nuovo paradigma del vino non ha a che fare soltanto con la qualità, un concetto ormai acquisito – ha sottolineato Petrini, ma con il modo in cui si produce… Insomma, ragazzi, dedicatevi di più alla terra e meno al marketing”. Don Ciotti, ricordando la pericolosità e l’influenza della criminalità nella filiera alimentare, ha sottolineato il valore della «vitamina dell’equità e della giustizia» nel cibo che produciamo e portiamo in tavola. «A mafiosi, corrotti e criminali piace aprire aziende agricole: vogliono esibire la terra, ma non la amano. I dati sul caporalato sono impressionanti e per questa ragione vi chiedo di non chiudere mai gli occhi su ciò che accade. Il lavoro schiavo, purtroppo, esiste: molte persone straniere sono costrette a genuflettersi, ad accettare condizioni di lavoro inumane pur di avere un permesso per restare qui. Dobbiamo lottare per dare libertà e dignità a loro e al cibo».
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