La Docg Conegliano-Valdobbiadene ha festeggiato i suoi 60 anni. Di strada il Prosecco Superiore dal 1962 ad oggi ne ha fatta tanta, in qualità, quantità e storia. Ma da allora molte cose sono cambiate ed è bene affrontare la realtà con strumenti adeguati e lugimiranti, anche guardando ad un passato insospettabile. Così il Consorzio DOCG lancia alcuni progetti innovativi. Come spiega Diego Tomasi, Direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, molte sono le problematiche sul tavolo, “innanzitutto il cambiamento climatico: è già in atto una collaborazione con Banca Prealpi e l’Università di Cantabria, con l’obiettivo di formulare dei modelli previsionali degli eventi atmosferici estremi che potranno verificarsi sulle nostre colline da oggi al 2030, al 2050 fino al 2100”.
Il Consorzio dunque si fa promotore di attività volte alla valorizzazione del territorio anche attraverso percorsi culturali e di formazione delle generazioni che saranno chiamate a gestire nel suo complesso il Conegliano Valdobbiadene. Occorre porsi, evidenzia la Presidente Elvira Bortolomiol, una visuale più ampia e lungimirante delle potenzialità della denominazione, consapevoli che Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG resterà sempre l’emblema di queste colline e da esso nasceranno nuove opportunità economiche.
Ecco allora l’innovazione. Un gruppo di egittologi di fama internazionale ha studiato, specificatamente per il Consorzio di Tutela, come gli antichi egizi siano riusciti a coltivare la vite in condizioni climatiche estreme; gli studi partono dal lontano 3.000 a.C.. I risultati complessivi attesi per metà 2023 potranno dare concreti spunti per attuare azioni di mitigazione sulle nostre colline. “Sul fronte della siccità qualcosa di concreto si sta già avviando” – aggiunge il Direttore Tomasi – “focalizzando l’attenzione sul recupero, conservazione e riuso delle acque piovane e di sorgente”. Infatti, nel V° bando di filiera presentato pochi giorni fa, si è previsto un apposito e cospicuo finanziamento per la realizzazione di piccoli bacini atti a raccogliere le acque di corrivazione, l’Università di Padova curerà questa attività. Inoltre, si proporrà il recupero delle acque di derivazione del fiume Piave, attività per la quale ci si sta muovendo in sintonia con i Comuni della denominazione, le associazioni di categoria e l’Associazione di Bonifica Sinistra Piave.
Altro tema importante in ambito di sostenibilità è l’uso del suolo, che sarà affrontato da Green Academy, lo strumento attivato dal Consorzio, attraverso la strutturazione di un osservatorio permanente. Ad oggi si sottolinea come la superficie della Denominazione sia impiegata per il 30% ad uso viticolo, il 57% a bosco, il 9% destinato ad altri utilizzi e il 4% ad uso urbano. Vi è quindi ancora una ricca biodiversità – uno dei motivi che hanno permesso il riconoscimento Unesco -, che va tutelata. Già partito, ad esempio, in stretta sintonia con altri partners (Comune di Valdobbiadene, Coldiretti, Banca Prealpi, Associazione Unesco) lo studio di fattibilità per una mobilità che escluda in toto il trasporto delle merci su grandi mezzi e su mezzi a trazione tradizionale.