Con il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche si va nella direzione di rafforzare la protezione delle Dop e Igp, snellire le procedure di approvazione e di modifica dei disciplinari, prevedere un ruolo per i produttori agricoli nei consorzi, aumentare la trasparenza verso i consumatori e tutelare il settore vitivinicolo. Ricordiamo che. Tra le altre, vi è al centro la “querelle Prosek”. Infatti il Governatore veneto Luca Zaia ha subito affermato:“È arrivato oggi un bel segnale. Che pone freno alla voglia di conquista e di distruzione identitaria delle produzioni tipiche. Il Prosecco rappresenta sicuramente un simbolo, la più grande denominazione al mondo e deve essere tutelato e protetto di fronte al suo grande palcoscenico. È un fenomeno riconosciuto a livello globale, la cui popolarità si basa su una grande attenzione alla qualità e al legame indissolubile con la terra d’origine”.
Con la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) è in gioco il primato italiano nell’Unione Europea con 883 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore di 19,3 miliardi di euro con il contributo di oltre 86mila operatori. Così il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini sull’approvazione all’unanimità da parte della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento (ComAgri) della relazione sulla riforma delle Indicazioni geografiche (IG).
E’ importante quindi questo segnale del Parlamento UE di indicare obbligatoriamente la provenienza in etichetta dei prodotti ad indicazione geografica protetta (IGP) per proteggere i consumatori dagli inganni ma è anche da rilevare l’emendamento di tutela anti-Prosek in cui si chiarisce come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. Un indirizzo significativo in attesa del pronunciamento definitivo sulla vertenza che oppone l’Italia alla Croazia da parte della Commissione.
L’Italia è il primo Paese europeo per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine, con un valore di circa 20 miliardi di euro, ricorda Confagricoltura, che ribadisce che la proposta di regolamento va a normare le Associazioni di produttori e le Associazioni di produttori riconosciute, e valuta positivamente anche il mantenimento del ruolo dell’EUIPO, agenzia che gestisce i marchi Ue a cui sono attribuiti solo compiti amministrativi nella gestione delle richieste. Il risultato di oggi, sottolinea, va incontro alle esigenze dei nostri viticoltori, che sono infatti stati lasciati nella regolamentazione di base elementi importanti di tutela delle IG. Le norme che regolano la protezione, l’omonimia, la relazione con i marchi e gli impegni di sostenibilità restano dunque specifiche per il vino, contrariamente a quanto inizialmente proposto dalla Commissione.
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