Buone notizie da Bruxelles, annunciate dall’On. Paolo De Castro: è stato dato il via libera al testo unico sulle produzioni di qualità, cioè l’approvazione definitiva del nuovo Regolamento per le Indicazioni Geografiche, arrivata dopo due anni di negoziato tra Parlamento Ue, Consiglio e Commissione. Un fatto salutato da tutto il mondo agricolo e agroalimentare nazionale con soddisfazione.
Nel dettaglio, si va verso lo snellimento delle procedure con tempi certi sia per la modifica dei disciplinari che per l’approvazione delle nuove Ig; al rafforzamento del ruolo riconosciuto ai gruppi di produttori nei Consorzi, con più poteri e responsabilità, e al focus sul turismo enogastronomico; alla protezione delle Ig come ingredienti e alle misure del dossier che mirano a consolidare la protezione delle Ig online e sui nomi dei domini. E ancora, l’inquadramento più chiaro della Commissione Ue e quello dell’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale, che nella gestione dei marchi avrà compito solo consultivo e su questioni amministrative. Importante il no allo sfruttamento delle Ig e, quindi, all’uso di menzioni generiche come Prosek; l’attenzione al “pacchetto vino” che rimane nel regolamento Ocm, salvaguardandone la specificità e, infine, lo spazio dedicato alle pratiche sostenibili come asset da valorizzare. L’applicazione delle indicazioni geografiche resta di competenza degli Stati membri e comprende il controllo dell’uso corretto dei termini registrati e la lotta contro le frodi nella produzione, nella vendita e nell’uso delle indicazioni geografiche. L’iscrizione, la modifica e la cancellazione di tutte le registrazioni continueranno a essere di competenza della Commissione.
Quindi? Tecnicamente proseguiranno i lavori tecnici volti a completare il testo giuridico conformemente all’accordo provvisorio. Il regolamento dovrà poi essere formalmente adottato dal Parlamento e dal Consiglio e venir pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE per entrare in vigore.
Per Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, “non solo questo è l’unico atto per il settore da parte dell’attuale legislatura Ue, ma dà prova di un’Europa capace di lavorare per un modello agroalimentare europeo più solido, orientato alla semplificazione e davvero a tutela degli agricoltori”.
Un successo per tutto il modello italiano. Così Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta oltre il 95% delle produzioni IG italiane, sul raggiungimento dell’accordo sulla Riforma del Sistema IG avvenuto il 24 ottobre in sede di Trilogo. Più forza al ruolo dei Consorzi di tutela, maggiore protezione (anche online grazie all’ex-officio sui domini internet che bloccherà in automatico i contenuti illeciti) delle IG e procedure semplificate, oltre agli impegni di sostenibilità. Sono alcune delle novità che arriveranno con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, a partire dal 2024. Inoltre tante nuove opportunità per quanto riguarda i Consorzi stessi, come la promozione del turismo enogastronomico e l’estensione da 3 a 6 anni per i piani di regolazione dell’offerta, che consolidano una ulteriore crescita della Dop Economy e dei territori che riguardano il settore. 
 “Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale ed ambientale del Paese”.
“Un negoziato che si chiude con più garanzie e semplificazioni e che vieta l’uso di menzioni generiche come ‘Prosek’ che emulano le indicazioni geografiche di altri Stati membri – aggiunge Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto che ringrazia il lavoro del relatore per il Parlamento Europeo, Paolo De Castro, il Governo italiano e i Consorzi di Tutela per il loro impegno”.
L’’Italia che nel panorama delle Ig resta il primo Paese al mondo con 885 denominazioni, tra cibo e vino, e un valore complessivo alla produzione di 19,1 miliardi di euro.

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