L’8ª edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (SCIM si svolgerà quest’anno dal 13 al 19 novembre. Un evento in cui nelle ambasciate, nei consolati, negli istituti italiani di cultura e negli uffici dell’Istituto Commercio Estero, di tutto il mondo, si celebrernno l’enogastronomia e i prodotti del nostro territorio.
E comincia bene, perché apre con il record dell’export del cibo Made in Italy che fa segnare un aumento dell’8% nei primi otto mesi del 2023 raggiugendo i 36,2 miliardi di euro in valore nonostante le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi (dati Istat sul commercio estero). La manifestazione, una iniziativa congiunta di Filiera Italia, Coldiretti e Campagna Amica con il Ministero degli Affari esteri, è stata presentata alla Farnesina dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani e da Francesco Lollobrigida Ministro MASAF e l’Accademia della cultura enogastronomica italiana. Uno strumento rivolto ai professionisti e agli operatori del food service, ma anche alle reti estere di rappresentanza e promozione del settore agroalimentare, dalle Università, alle più prestigiose scuole di cucina e alberghiere internazionali, ai buyer e operatori economici, alle ambasciate e reti camerali estere, per far conoscere il vero valore aggiunto dell’enogastronomia italiana, togliere spazio al falso Made in Italy e sostenere la crescita delle esportazioni.
Ma torniamo ai dati dell’export agroalimentare. Una crescita che a fine 2023 porterà, stime Coldiretti, a superare i 60,7 miliardi dello scorso anno facendo segnare il massimo storico delle esportazioni agroalimentari nazionali. Tra i principali paesi, la crescita più netta per il made in Italy a tavola si segnala in Francia con un aumento del 13,5% delle esportazioni alimentari davanti alla Germania (+11,3%) che resta comunque il principale mercato di sbocco mentre cresce la Gran Bretagna (+11,2%) e preoccupa il calo del 2,5% negli Stati Uniti che sono il principale mercato di sbocco fuori dai confini comunitari secondo Coldiretti. Tra i prodotti il re dell’export, anche se in leggera frenata, si conferma il vino, davanti a frutta e verdura fresca, ma nel paniere del made in Italy all’estero recitano un ruolo importante anche pasta, formaggi, olio d’oliva e salumi.
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