Ogni anno la COP si riunisce per determinare l’ambizione e le responsabilità in materia di azione per il clima, nonché per individuare e valutare le misure per il clima.
Fino al 12 dicembre la “COP 28” riunirà le parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) – ovvero i leader mondial di quasi 200 paesi -, a Dubai, negli Emirati arabi uniti, per il vertice mondiale sul clima che darà il via così alla 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
I principali punti all’ordine del giorno della COP 28:
- un bilancio globale
- il programma di lavoro in materia di mitigazione
- l’obiettivo mondiale di adattamento
- i finanziamenti per il clima, comprese le disposizioni finanziarie per le perdite e i danni
Lo vediamo tutti, il mondo, come ricordano le Nazioni Unite, sta già sperimentando cambiamenti nella temperatura media, cambiamenti nelle stagioni, una crescente frequenza di eventi meteorologici estremi ed eventi a insorgenza lenta. Quanto più rapidi saranno i cambiamenti climatici e quanto più a lungo verranno rimandati gli sforzi di adattamento, tanto più difficile e costosa sarà la risposta al cambiamento climatico.
L’adattamento si riferisce agli aggiustamenti dei sistemi ecologici, sociali o economici in risposta agli stimoli climatici effettivi o attesi e ai loro effetti. Si riferisce a cambiamenti nei processi, nelle pratiche e nelle strutture per moderare i danni potenziali o per trarre vantaggio dalle opportunità associate ai cambiamenti climatici. In termini semplici, i paesi e le comunità devono sviluppare soluzioni di adattamento e attuare azioni per rispondere agli impatti attuali e futuri dei cambiamenti climatici.
Le azioni di adattamento possono assumere molte forme, a seconda del contesto unico di una comunità, impresa, organizzazione, paese o regione. Non esiste una “soluzione valida per tutti”: l’adattamento può variare dalla costruzione di difese contro le inondazioni, alla creazione di sistemi di allerta precoce per i cicloni, al passaggio a colture resistenti alla siccità, alla riprogettazione dei sistemi di comunicazione, delle operazioni commerciali e delle politiche governative. Molte nazioni e comunità stanno già adottando misure per costruire società ed economie resilienti. Tuttavia, saranno necessarie maggiore azione e ambizione per gestire i rischi in modo economicamente efficace, sia ora che in futuro.
Il successo dell’adattamento non dipende solo dai governi ma anche dall’impegno attivo e duraturo delle parti interessate, comprese le comunità locali, le organizzazioni nazionali, regionali, multilaterali e internazionali, i settori pubblico e privato, la società civile e altri attori rilevanti, nonché da una gestione efficace delle conoscenza.
Le parti dell’UNFCCC, cioè quelle che aderiscono alla COP, e del suo Accordo di Parigi (impegno ad abbassare di -1,5 gradi la temperatura globale) riconoscono che l’adattamento è una sfida globale affrontata da tutti con dimensioni locali, subnazionali, nazionali, regionali e internazionali.
L’adattamento è una componente fondamentale della risposta globale a lungo termine ai cambiamenti climatici per proteggere le persone, i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi. Le parti riconoscono che l’azione di adattamento dovrebbe seguire un approccio guidato dal paese, attento al genere, partecipativo e pienamente trasparente, considerando i gruppi, le comunità e gli ecosistemi vulnerabili. L’adattamento dovrebbe basarsi e essere guidato dalla migliore scienza disponibile e, se del caso, dalle conoscenze tradizionali, dalla conoscenza delle popolazioni indigene e dai sistemi di conoscenza locali, con l’obiettivo di integrare l’adattamento nelle politiche e nelle azioni socioeconomiche e ambientali.
Va anche detto che questa COP parte azzoppata per la defezione di grandi leader mondiali come quello cinese, americano ed il Papa, che a causa dell’influenza sarà sostituto dal Segretario di stato Card. Parolin. Sui temi, sempre i combustibili fossili sotto la lente; tra i nodi il loss&damage, per risarcire i Paesi più colpiti dalla crisi climatica.
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