Il Parlamento europeo si è espresso sulla legge sul ripristino della natura (NRL) approvandola con 329 deputati che hanno votato a favore, 275 contrari e 24 astensioni. L’approvazione finale avverrà in Consiglio UE, previsto a fine marzo. Obiettivo: il ripristino di almeno il 30% degli ecosistemi entro il 2030, percentuale che aumenterà al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Ma il mondo rurale esprime molte perplessità.
Il Copa e la Cogeca, ovvero le organizzazioni degli agricoltori, proprietari forestali e cooperative europee, si rammaricano del risultato di questa mancata reiezione:“Le nostre realtà si rammaricano fortemente della mancanza di sostegno alla modifica della Legge sul Ripristino della Natura. Il Copa e la Cogeca sono sempre stati favorevoli al ripristino della natura nel suo insieme, ma non al modo in cui questa legge è stata costruita o portata avanti, che è stata viziata fin dall’inizio. Attualmente è inaccettabile e continueremo a garantire che sia chiaro che la sua attuazione causerà seri problemi alle comunità agricole e forestali d’Europa. La principale delle questioni da affrontare per il ripristino della natura è il modo in cui questa legge sarà finanziata e il modo in cui i gestori e i proprietari terrieri saranno supportati per realizzare attivamente cambiamenti a lungo termine con fondi a breve termine.
Il Copa e la Cogeca continueranno a collaborare con i governi nazionali per garantire che questa legge viziata venga attuata con il minor danno possibile per i settori primari negli Stati membri.
Anche Confagricoltura è insoddisfatta: “L’intesa finale – rileva il presidente Giansanti – è decisamente peggiorativa rispetto alla posizione che era stata votata dal Parlamento europeo per tutelare la superficie agricola e l’attività produttiva. Inoltre, non sono stati previsti fondi aggiuntivi per il raggiungimento degli obiettivi fissati. E’ chiaro che le risorse finanziarie necessarie non potranno essere in alcun modo attinte dal bilancio della PAC”.
“Il ripristino della natura è legge europea e per l’agricoltura, pienamente coinvolta con la riconferma degli ecosistemi agricoli, si prospetta un’altra strada in salita tra rischi sul potenziale produttivo e ulteriori oneri”: così Cia-Agricoltori Italiani. Che sottolinea che “con oltre l’80% degli habitat Ue in cattivo stato, ferma restando la necessità di recupero degli ecosistemi degradati, tra gli asset chiave della transizione green, è sempre con la gradualità della sua realizzazione che ci si deve misurare. Adesso, occhio al Piano nazionale di attuazione del regolamento, in virtù di quella flessibilità che il nuovo testo ha assicurato di garantire”.
Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, sottolinea che “quella sul ripristino natura è una legge senza logica che, tra le altre cose, diminuisce la produzione agricolae e va ad appesantire gli aspetti burocratici e i piani nazionali per le misure di ripristino che sarebbero molto complicati… Un compromesso al ribasso rispetto alla proposta del Parlamento, anche se meno negativa della prima proposta della Commissione europea… ma resta però un controsenso perché mette in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale. Non è allontanando gli agricoltori dalla terra che si preserva l’ambiente”.
Share: