Quest’anno tra i rilievi e le valli delle Basse Madonie, Sicilia occidentale, il silenzio prenderà il posto del fragore laborioso dei macchinari per la trebbiatura. Il raccolto, e il guadagno, quest’anno sarà pari a zero. E’ la zona più colpita dalla siccità. Centinaia e centinaia di ettari quasi totalmente brulli; anche quelli dedicati ai foraggi e i pascoli naturali, colpo durissimo anche per la zootecnia. “Dalle zone di Alimena e Bompietro e in genere dalle Madonie – dichiara Camillo Pugliesi, presidente della Cia Sicilia Occidentale – provengono alcuni tra i migliori grani duri siciliani, anche biologici, ma la quasi totale assenza di pioggia ha avuto la meglio. Quest’anno non c’è raccolto. Nessuno può permettersi di non incassare un euro dopo averne spesi a migliaia, serve un intervento di sostegno immediato. C’è il serio rischio di chiusura di tante aziende e di perdita di un ricchissimo patrimonio cerealicolo e zootecnico”. “E’ la prima volta che mi trovo davanti a una situazione del genere – racconta Antonio Li Puma, produttore cerealicolo e allevatore –, una siccità mai vista. Non soffrono solo le piante, ma anche gli animali… neanche i cinghiali selvatici trovano cibo. Abbiamo affrontato tutte le spese, ma non raccoglieremo nulla…”. “Avevo una sessantina di capi, ho dovuto venderne una trentina – lamenta Giovanni Folisi, produttore e allevatore -. Non so se cercare di resistere ancora o chiudere”. “Questo areale – aggiunge Vincenzo Valenti, referente Cia Basse Madonie – è stato particolarmente colpito dalla siccità dopo il gravissimo incendio dell’estate scorsa che ha devastato centinaia di aziende, una catastrofe dopo l’altra. La maggiore criticità al momento riguarda il comparto zootecnico, rischiamo di perdere un patrimonio costruito negli anni e che già ora sarà difficile da ricostruire”.

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