I biostimolanti sono prodotti contenenti sostanze e/o microrganismi in grado di sostenere la crescita e lo sviluppo delle piante durante tutto il ciclo di vita della coltura, dalla germinazione dei semi e dal trapianto fino alla raccolta. E’ probabilmente questo il motivo del successo della terza edizione della giornata “Biostimolanti in campo” tenuta presso il Centro Ortofloricolo Sperimentale Po di Tramontana di Veneto Agricoltura a Rosolina (Rovigo), progetto ideato da Edizioni L’Informatore Agrario e dedicata a pomodoro da industria, da mensa e melone, per un totale di 12 tesi e 6 testimoni, all’interno delle quali sono in prova oltre 30 differenti prodotti, tra biostimolanti, specialità nutrizionali e fertilizzanti innovativi, proposti da 9 aziende.
Durante la giornata è stato possibile vedere all’opera due macchine specializzate per orticoltura di cui un robot a guida autonoma e una sarchiatrice di precisione a guida ottica.
«Le prove procedono bene e quest’anno avremo sicuramente modo di valutare l’efficacia dei vari prodotti contro gli stress abiotici, che non sono mancati – ha detto Franco Tosini, responsabile tecnico dell’iniziativa Biostimolanti in campo – segnalo solo una grandinata a inizio ciclo e una inondazione pochi giorni fa su pomodoro da industria e melone. Grazie alla corretta impostazione agronomica arriveremo comunque a raccolta con delle parcelle con piante ben sviluppate e perfettamente in salute – ha aggiunto – per poter fornire al comitato scientifico tutti i dati necessari alle diverse valutazioni dei target resa e qualità merceologica».
«Giornate come questa rappresentano un punto di incontro di importanza fondamentale tra mondo della Ricerca, industrie produttrici di mezzi tecnici e agricoltori perché vedere in campo gli effetti dei vari trattamenti stimola il confronto e la discussione costruttiva tra questi soggetti – ha evidenziato Giuseppe Colla, docente dell’Università della Tuscia e coordinatore del Comitato Scientifico di Biostimolanti in Campo. Inoltre, aiuta chi lavora a monte della filiera, quindi ricercatori e docenti universitari, a cogliere le reali esigenze del mondo agricolo, informazioni fondamentali per il trasferimento tecnologico».
«I risultati che scaturiranno dalla raccolta delle parcelle del Centro Sperimentale Po di Tramontana, unite a quelle delle altre sedi del progetto, Viterbo con il nocciolo ed Eboli con rucola e pomodoro – ha aggiunto Lorenzo Andreotti, giornalista de L’Informatore Agrario – rappresenteranno una fonte di dati e informazioni pratiche di immediato utilizzo per gli agricoltori, che potranno aggiornarsi sulle opportunità agronomiche dei biostimolanti e valutare anche la convenienza economica del loro utilizzo, in ottica di crescita professionale e imprenditoriale».

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