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Il comparto ittico veneto continua a essere colpito da molteplici problematiche, interne ed esterne. In particolare, la spinta inflazionistica mondiale ha esercitato una pressione significativa su vari settori dell’agroalimentare regionale, compresa la pesca. È questo in estrema sintesi il quadro che emerge dal nuovo Report congiunturale di Veneto Agricoltura, “La Pesca in Veneto 2023”.
Il Report, realizzato dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura dell’Agenzia regionale, fornisce una visione dettagliata e approfondita delle dinamiche del comparto e delle sue prospettive future.
I numeri. Nel 2023, i pescherecci iscritti nel Registro dell’UE in Veneto ha raggiunto quota 656 unità, con un leggero aumento rispetto al 2022 (+0,8% in numero di barche, +2,8% in stazza e +3,0% in potenza motore). Tuttavia, si osserva un calo delle imprese attive nella filiera ittica, che scendono a 3.733 (-1,5% rispetto al 2022), mentre il numero di occupati è rimasto pressoché stabile con 8.031 unità lavorative (-0,1%).
I fattori: l’azione devastante del Granchio blu e l’insorgenza del fenomeno della mucillagine durante l’estate, hanno gravemente danneggiato il settore, con conseguenze particolarmente pesanti per la venericoltura del Delta del Po.
Ciò non solo ha compromesso quasi completamente le produzioni annuali, ma ha anche messo in discussione il futuro dell’allevamento della vongola filippina.
Infatti, il volume complessivo di pesce locale venduto nei sei mercati ittici del Veneto è diminuito significativamente nel 2023, attestandosi a 14.001 tonnellate (-9,7% rispetto al 2022). Comunque, il fatturato ha tenuto relativamente bene, raggiungendo i 40,5 milioni di euro (-1,5%), grazie anche all’aumento dei prezzi medi alla produzione (+7,5%).
Il comparto della pesca ai molluschi bivalvi di mare ha registrato una buona annata, con un incremento della produzione di vongole e fasolari da parte dei due Consorzi del Veneto che hanno raggiunto le 3.799 tonnellate (+40,4% rispetto al 2022).
Per quanto riguarda l’acquacoltura, la situazione è più variegata: mentre la mitilicoltura ha subito un forte calo (-23,0%), la venericoltura ha tenuto grazie alla buona annata per la Laguna di Venezia. Anche la piscicoltura ha registrato un leggero calo nei quantitativi prodotti (-1,6%).
In questo quadro complesso, il Veneto si conferma una regione deficitaria per i prodotti ittici, con un saldo negativo della bilancia estera di circa 304 milioni di euro, nonostante la crescita delle esportazioni di pesce nel 2023 (+8,4%).
Il Report completo è scaricabile al link:
https://www.venetoagricoltura.org/2024/09/temi/il-settore-ittico-veneto-in-continuo-affanno-anche-nel-2023/

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