La Guida MICHELIN festeggia quest’anno i 70 anni di presenza sul territorio italiano, e lo farà da Modena il prossimo 5 Novembre.  Un periodo lungo, a cavallo tra due secoli, che curiosamente è trascorso con l’illusione, visto che si usciva dalla seconda guerra mondiale, che non si sarebbero più vissute quelle nefandezze e assurdità; abbaglio sfortunatamente più volte smentito, e non solo ultimamente.
Questa notazione è importante perché in Italia, il boom del dopoguerra, economico e demografico, ci ha portati, grazie al benessere ed anche – specie nel nostro paese, quello dei mille campanili, delle mille culture, delle rivalità provinciali e quindi delle mille cucine -, ad avviare un rinnovamento/evoluzione nelle abitudini sociali che, sui fornelli, ha nobilitato i nostri menù. Certamente una evoluzione assecondata e per sua parte sostenuta, proprio da un impegno costante di personaggi autorevoli della cultura e dell’enogastronomia, organi di informazione e Guide.
Un lasso di tempo importante, come detto colmo di grandissimi cambiamenti. Quasi ogni cosa è cambiata rispetto agli anni dell’esordio della Guida Michelin. Alcuni ristoranti che fecero la storia del Belpaese a tavola non ci sono più, segnala in una nota la Michelin, altri invece hanno acceso i fornelli in anni più (o meno) recenti, e la stanno facendo adesso.
Come detto sarà Modena ad ospitare, martedì 5 novembre al Teatro Pavarotti, la première ufficiale della 70a edizione, alla presenza di giornalisti e invitati.
Le “stelle” in Italia sono 395, delle quali 13 ristoranti tristellati, 40 bistellati e 342 che possono vantare una stella.
Ma quanto  conta questo prestigioso riconoscimento?
Recentemente sono stati presentati i dati dello studio “Taste Tourism”, che ha analizzato i flussi turistici generati dai ristoranti stellati italiani. L’indagine, che viene effettuata dal 2016, registra un importante incremento sull’indotto che generano i le “Stelle” nel nostro paese, che passa da 280 milioni di euro a 438 milioni di euro. La cifra non include la spesa sostenuta nel ristorante stesso ma interessa i settori dell’hotellerie, del commercio e dei servizi.
Per il 2024, le previsioni indicano un risultato relativo all’indotto indiretto in aumento, pari a quasi 500 milioni di euro totali (498 MLN €). Infatti, il 74,6% della clientela estera e il 39,5% di quella italiana trascorre almeno una notte nella destinazione o nelle immediate vicinanze, generando quindi benefici indiretti sui settori dell’ospitalità (circa 355 MLN €), del commercio (48 MLN €) e dei servizi locali (35 MLN €).
Lo studio segnala poi che ogni ristorante 1 Stella MICHELIN genera benefici diretti sul territorio pari a 805 mila euro circa, che diventano 2,4 milioni di euro quando si tratta di un ristorante 2 Stelle MICHELIN, per poi esplodere quando prendiamo in esame i ristoranti che “meritano il viaggio”, ovvero quelli insigniti delle 3 Stelle MICHELIN, con un risultato che supera i 6,5 milioni di euro ciascuno. 

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