Oggi, 21 novembre, è la Giornata Nazionale degli Alberi, istituita con la legge del 14 gennaio 2013, n. 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani). Una ricorrenza che però affonda le sue “radici” nel lontano 1898 per iniziativa dell’allora ministro della Pubblica istruzione Guido Baccelli.
Finalità.
L’obiettivo della è quello di valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo e di ricordare il ruolo fondamentale ricoperto da boschi e foreste nel combattere il riscaldamento climatico e nel contribuire alla pulizia dell’aria. Gli alberi, infatti, incamerano inquinanti come biossidi di zolfo, ozono, ossidi di azoto e, tramite il processo della fotosintesi clorofilliana, assorbono anidride carbonica sprigionando ossigeno nell’atmosfera, vitale per la vita sul nostro pianeta. La Giornata serve anche a sensibilizzare l’opinione pubblica e i cittadini sull’importanza e sulla necessità, sempre più impellente, di promuovere e sostenere politiche di riduzione delle emissioni inquinanti, di protezione del suolo, di miglioramento della qualità dell’aria e della vivibilità degli insediamenti urbani.
Ma ci sono anche contributi importanti offerti dal sistema arboreo. Confagricoltura ad esempio, ricorda il ruolo fondamentale che boschi e verde urbano svolgono sia per l’economia, sia per la salvaguardia dell’ambiente.
Attualmente il patrimonio boschivo italiano comprende 11,9 milioni di ettari. Un’enorme risorsa che ha bisogno di una gestione efficiente e sostenibile per assicurare la cura e la manutenzione del soprassuolo forestale, importante anche per la prevenzione da fenomeni come il dissesto idrogeologico e gli incendi.
Un lavoro svolto in prima battuta dagli agricoltori e dai proprietari forestali, che può essere sostenuto concretamente dall’attuazione della Strategia Forestale Nazionale per rendere le attività selvicolturali sostenibili anche dal punto di vista economico.
Tra sostenibilità economica e ambientale si muove anche l’attività di carbon farming. Rappresentando il 40% del territorio europeo, le aree boschive hanno una grande efficacia nel trattenere carbonio nel suolo, e quindi decisive per il raggiungimento della neutralità climatica che la UE vuole raggiungere entro il 2050.
Il settore agroforestale ha quindi bisogno di piani di formazione mirati, per dare ai propri professionisti gli strumenti di conoscenza necessari alla pianificazione delle produzioni silvicole anche in base alla domanda di biomateriale che arriva da industrie come l’edilizia, il tessile e l’energetica. A questo scopo uno strumento utile sono gli accordi di foresta quali atti volontari di governance locale.

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