Raggiungere il 25% di superficie agricola europea coltivata a biologico entro il 2030, come chiede la UE, presuppone un cambiamento epocale per il settore del biologico, che da segmento produttivo di nicchia può diventare strumento di politica agricola per l’Europa, fondamentale per offrire soluzioni innovative per la transizione ecologica di tutta l’agricoltura e contribuire agli obiettivi del contrasto al cambiamento climatico e di tutela della biodiversità. Un settore che gode di buona salute, con un fatturato che segna un +4,9% in termini di volume e +4,5% in valore negli ultimi 12 mesi, e che ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato.
“Il biologico in Italia continua a crescere sia per superfici che per numero di operatori e si conferma una realtà in grado di coniugare sostenibilità e valorizzazione dei territori. Perché questo trend prosegua e si rafforzi la leadership del nostro Paese è necessario che siano sempre di più coloro che scelgono di consumare bio e che chi produce possa contare su una giusta remunerazione”, ha affermato il sottosegretario MASAF Luigi D’Eramo alla recente Assemblea dei produttori FederBio.
Per Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, “siamo in un momento cruciale per il nostro sistema agricolo e alimentare. L’obiettivo del 25% di superficie agricola biologica è vicino e, considerando il primato che l’Italia detiene nel settore, rappresenta un’opportunità. In questo contesto, FederBio si afferma come l’unica organizzazione nazionale in grado di unire l’intera filiera, dalla produzione alla trasformazione e distribuzione, diventando un modello di interprofessione fondamentale per il futuro del settore biologico.”
“Così come è necessaria una semplificazione burocratica utile ad alleggerire il carico degli adempimenti per chi è già certificato e a favorire la conversione al bio di chi ancora non lo è”, ha segnalato poi Maria Letizia Gardoni, Coordinatrice della Sezione soci produttori FederBio.
Share: