Erano in 100 milioni i danni a metà 2024 causati dal granchio blu al sistema pesca. È quindi indispensabile la messa in campo di un piano di intervento straordinario per dare risposte alle imprese ittiche che hanno visto i propri allevamenti di acquacoltura devastati.
Dalla primavera del 2023, la produzione di vongole sia nel Veneto che in Emilia è stata quasi del tutto cancellata dagli attacchi del granchio blu e la stessa sorte è stata riservata agli allevamenti di cozze, in particolare quelli della pregiata Scardovari Dop, gravemente danneggiati. Per difendere le produzioni le imprese ittiche sono state costrette a investire in attrezzature spesso molto costose, con reti a maglie adatte a proteggere gli impianti ma l’assedio dei predatori non si è fermato.
Dopo l’incontro di stamattina con la presentazione del Piano per fronteggiare l’emergenza avvenuta al Masaf, con il Commissario straordinario Enrico Caterino e i ministri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si intravede forse qualche spiraglio di soluzione.
Il Piano vede la collaborazione di ISPRA, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), CREA, Capitanerie di Porto ed Enti territoriali delle regioni più colpite dall’emergenza.
Con un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro – stanziati nel DL Agricoltura – per il biennio 2025-2026, il Piano mira a tutelare la biodiversità degli habitat colpiti, contenere e contrastare la proliferazione della specie invasiva, prevenire ulteriori danni economici e promuovere la ripresa delle attività di allevamento e pesca. Tra le principali misure si segnalano il contenimento e lo smaltimento del granchio blu, la protezione delle strutture di acquacoltura, la valorizzazione delle biomasse attraverso utilizzi alternativi e il sostegno economico alle imprese del settore. Le risorse stanziate per la realizzazione del piano straordinario, si sommano agli oltre 44 milioni di euro stanziati dal Masaf negli ultimi anni.
La speranza è che il Piano sia efficace dato che l’intero settore dell’acquacoltura, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore di produzione di circa mezzo miliardo di euro, è in serio pericolo. La parte più significativa di questa produzione è proprio costituita dalle cozze, seguite dalle vongole al terzo posto. Senza dimenticare la produzione di ostriche, che sta diventando una vera e propria eccellenza italiana.
Per non disperdere le risorse è importante, rileva la Coldiretti, un Piano nazionale di Coordinamento delle ricerche scientifiche delle specie aliene tanto più necessario considerando che gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, come dimostra la stessa proliferazione rapida del granchio blu.
In merito alla proposta del Commissario di uno schiuditoio nazionale – continua la nota di Coldiretti – per sostenere la crescita delle vongole, si può ipotizzare di puntare su quelli territoriali per far ripartire le imprese di allevamento di vongole che si stanno indirizzando verso altre attività, per produrre seme in qualità e quantità adeguate. Per contrastare la diffusione del granchio vanno utilizzati inoltre predatori naturali autoctoni, come ad esempio il branzino, evitando altre soluzioni che comporterebbero l’ingresso nei nostri mari di altre specie, il cui impatto non sarebbe facilmente calcolabile.
Questa grave crisi minaccia la sopravvivenza di oltre 2.000 famiglie. Molti dipendenti di cooperative e consorzi sono stati posti in cassa integrazione, mentre i lavoratori delle ditte individuali non possono usufruire di alcun sostegno.

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