Si celebra il 5 Febbraio la giornata nazionale dello spreco alimentare, la dodicesima quella del 2025. Il tema di quest’anno: #tempodiagire – #timetoact, sottolinea l’importanza della necessità di un’azione immediata per contrastare questo fenomeno e raggiungere l’obiettivo 12.3 delle Nazioni Unite, che richiede di “dimezzare nel mondo entro il 2030 gli sperperi di cibo pro-capite, tanto a livello di vendita che al dettaglio e dei consumatori, e ridurne le perdite durante le catene di produzione e di fornitura, comprese quelle del post-raccolto (ONU, 2015)”.
Infatti il maggior spreco alimentare si riscontra nell’ambiente domestico (60%), seguito dal settore della ristorazione (28%) e dalla vendita al dettaglio (12%).
Le stime dicono che ogni anno viene sprecato ben un terzo del cibo prodotto a livello globale, ovvero oltre un miliardo di tonnellate di alimenti. Senza dimenticare che dallo spreco alimentare deriva poi quello delle risorse utilizzate per la sua produzione, come acqua, terra ed energia.
Infine, quello alimentare e delle risorse primarie si traduce anche, ovviamente, in sperpero economico. Uno studio coordinato dall’Università di Bologna, a cui Fondazione Barilla ha collaborato, stima che il valore dello spreco annuo a famiglia supera i 500 euro. Un bel risparmio sarebbe quindi possibile se si introducessero, anche in casa, pratiche intelligenti e sostenibili.

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