Nell’agricoltura multifunzionale, promotrici dell’agricoltura sociale e delle fattorie didattiche, innovatrici di prodotti e processi: le Donne in Campo sono una realtà, 3 imprese su 10 sono ormai guidate da lavoratrici.
Dalle imprenditrici agricole (circa 366mila pari al 31,5% del totale), alle lavoratrici dipendenti (circa 470 mila pari al 32% del totale della manodopera), fino alle donne impegnate nel supporto tecnico e scientifico al mondo agricolo, l’universo rurale femminile è costellato da molteplici figure la cui rilevanza non sempre è adeguatamente riconosciuta. Nel 2020 le donne occupate in agricoltura erano 823mila, il 30% appunto del totale e si caratterizzano per innovazione e sostenibilità.
Ottimamente inserite anche nella ricerca. Nel CREA ad esempio, il Consiglio per la Ricerca e l’Analisi dell’Economia agraria del MASAF, l’universo femminile ha un peso notevole. Delle sue 2.000 unità lavorative, il 52% è costituito da donne; sono il 54% dei ricercatori e il 56% dei tecnologi, espressione di competenze multiple; dalla genetica alla meccanica e robotica, alla gestione della fertilità e della funzionalità dei suoli, alle proprietà nutrizionali degli alimenti e al loro consumo, ai processi economici e sociali nelle aree rurali.
Infine, secondo un’analisi del Centro studi di Confagricoltura spiccano, tra i comparti coniugati al femminile, l’agriturismo e le fattorie didattiche (complessivamente il 60% delle imprese). La presenza femminile, negli ultimi 12 anni, è cresciuta in percentuale, negli allevamenti zootecnici, superando il 43%, mentre nelle imprese floricole copre quasi il 52%.

