“Frane sismoindotte”, più specificatamente frane che si attivano in concomitanza o immediatamente dopo terremoti anche di modesta o media entità. Il recente workshop di Palermo (Dipartimento di Scienze della Terra e Del Mare, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, e altri) puntava il focus sulle applicazioni geologiche che riguardano la pianificazione territoriale, la gestione dei rischi e lo sfruttamento delle risorse naturali, sulla base di un comune strumento di lavoro: la ‘‘Cartografia Geologica e Geomorfologica’’.

Strumento che, ricorda il Prof. Attilio Sulli (Direttore DiSTeM) ‘‘costituisce il prodotto della conoscenza aggiornata e scientifica di elevata qualità, uniforme su tutto il territorio e basata su tecniche scientifiche e rigorose, accompagnata da livelli informativi che permettono di gestire dati geologici e territoriali di varia natura’’.

La cartografia geologica, quindi, nota anche come “la mappa che cambiò il mondo”, assume il ruolo di strumento essenziale di sintesi e comprensione del territorio, delle sue potenziali trasformazioni per effetto di fenomeni naturali, e dell’interazione con l’urbanizzazione e le attività antropiche in genere, e si pone come strumento preliminare ad ogni pianificazione urbanistica per la gestione ordinaria, per la mitigazione dei rischi e per la gestione dell’emergenza.

‘‘Le informazioni contenute nella carta geologica e nei livelli informativi associati – prosegue Sulli – sono uno strumento conoscitivo indispensabile per la prevenzione dei rischi, per la tutela ambientale, per la corretta individuazione e gestione delle risorse naturali e in definitiva per un uso sostenibile del territorio.’’

La cartografia geologica e geomorfologica, pertanto, contribuisce ad ottenere informazioni cruciali anche e soprattutto in un’ottica di acquisizione di maggiore senso critico su uno o più aspetti legati al territorio, nel quale il ruolo del geologo risulta fondamentale, tant’è che,  “la professione del geologo non è assolutamente in crisi, i laureati in geologia trovano lavoro in tempi brevissimi”.

Più geologi al territorio è il coro unanime degli autorevoli relatori, ma al tempo stesso più territorio sotto il controllo dei geologi, come sottolinea Salvo Cocina, Dir. Protezione Civile Sicilia, per cui “occorre una corretta pianificazione, istituendo presidi idrogeologici del territorio e responsabilizzando i professionisti”.

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