L’Italia vanta senza dubbio un patrimonio unico e irripetibile di biodiversità. E gli agricoltori, con il loro lavoro quotidiano, sono i principali garanti di questa immensa ricchezza. Sono oltre 700mila le aziende agricole attive sul territorio nazionale che garantiscono, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversita’ colturali attraverso pratiche in linea con modelli di produzione evoluti.
In Italia oggi sono protetti oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10,5% della superficie nazionalee tale sistema si integra alla Rete Natura 2000, istituita ai sensi delle Direttive Uccelli 2009/147/CE e Habitat 92/43/CEE, che interessa una superficie totale di circa 6 milioni di ettari, il 19,3% del territorio nazionale.
Circa il 21% della superficie agricola italiana è potenzialmente classificabile come area agricola ad alto valore naturalistico (AVN), in cui si mantiene un elevato numero di specie e di habitat naturali. Una vera e propria infrastruttura verde, che oltre a produrre cibo fornisce numerosi servizi ecosistemici essenziali per lo svolgimento delle diverse attività economiche e sociali: la regolazione del ciclo delle acque, la difesa idrogeologica, il sequestro del carbonio, la tutela del suolo e del paesaggio, oltre a significativi servizi culturali, formativi e turistici. Permette anche di migliorare la connessione con le aree naturali protette.
Bisogna quindi favorire pratiche sostenibili e compatibili con la tutela della biodiversità, ma che garantiscano al tempo stesso una stabilità di mercato e una equa remunerazione agli agricoltori e a tutti gli attori della filiera. Fondamentali in questo la ricerca e l’innovazione tecnologica applicate ad un’agricoltura moderna e competitiva, che migliori le performance e valorizzi l’ambiente e il paesaggio, in primis preservando le risorse naturali.
Attraverso le attività agricole e forestali, che gestiscono quasi il 60% del territorio italiano si potrebbero recuperare in modo strategico molte aree del nostro Paese, non solo per evitare di sottrarre terreni coltivabili all’agricoltura e aumentare zone verdi, ma anche per migliorare l’aspetto dei luoghi dal punto di vista paesaggistico e la qualità della vita, a beneficio delle generazioni presenti e future.
Gli agricoltori contribuiscono quindi efficacemente alla conservazione della biodiversità, una ricchezza di straordinario valore culturale, prima ancora che economico.