E’ Dop il Cedro di Calabria, evento festeggiato ovviamente a Santa Maria del Cedro (CS) sorta di capitale di questa antica coltivazione e sede del suo Consorzio. Di questo frutto sono ben conosciute le caratteristiche botaniche, farmacologiche, cosmetiche, alimentari, le modalità di coltivazione, la storia, gli eventi e la gastronomia.
Per i più interessati nel sito cedrodicalabria.it vengono presentati il Consorzio, il Museo del cedro, il Laboratorio del gusto, la Cittadella industriale, il Centro Ricerca e La via del cedro.
«Questo riconoscimento è una bella notizia, un punto di partenza, per una Calabria che vuole cominciare a crescere e a mostrare al Paese e fuori dai confini nazionali, comprese le comunità ebraiche, le ricchezze che il nostro territorio possiede», ha chiosato il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, commentando la notizia.
Il cedro rappresenta un asset di sviluppo straordinario non solo per Santa Maria del Cedro, ma per tutta la nostra regione — ha evidenziato da parte sua l’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo –. È anche un frutto molto apprezzato dalle comunità ebraiche, e la nostra è una Regione che si candida a essere sempre più un luogo di riferimento per questa cultura».
Infatti la maggior parte degli studiosi è concorde col sostenere la tesi della diffusione della pianta del cedro tramite le emigrazioni ebraiche. Gli Ebrei conobbero il cedro durante i quattro secoli di schiavitù in Egitto, da dove lo introdussero prima in Palestina e poi in tutte le regioni del Mediterraneo dove furono costretti a fuggire per le persecuzioni: iniziando dalla deportazione degli Ebrei della Samaria, in Babilonia ad opera di Sargon II, all’Esilio in Babilonia, alla deportazione ad opera di Nabuccodonosor per finire con quella conosciuta col nome di Diaspora.
Il Cedro, Citrus Medica, appartiene alla tribù delle Auriantaceae, famiglia delle Rutaceae. L’albero del cedro ha ramificazione bassa, i cui rami, allo stato giovane, presentano una colorazione rosso-violaceosfumato. È possibile trovarlo sotto l’aspetto di arbusto.
La pianta è sensibile si venti freddi e pungenti. Per questi motivi, le cedriere sono impiantate di preferenza in vallate o lungo il corso delle fiumare (sorta di torrenti, tipiche in Calabria), non distanti dal mare, protette da canneti o da reti di polietilene. Per tutte queste ragioni l’agrume trova nella “Riviera del Cedri” il giusto clima e le condizioni favorevoli per la sua coltivazione, infatti in Italia solo in questo territorio, quello di Santa Maria del Cedro, si produce la varietà “Liscia Diamante” che viene usato come Etrog dagli ebrei durante la loro Festa dei Tabernacoli.
La tradizione di utilizzare il cedro nella gastronomia è antichissima e risale al tempo dei romani, con Apicio che nel suo De re coquinaria ci racconta alcune ricette aromatizzate al cedro. Ma, questa tradizione appartiene anche alla gastronomia locale, e, soprattutto, alla pasticceria! Utilizzato come pregevole candito, piuttosto che come aroma per creme o dissentanti bevande, o ancora come gusto per granite, nel tempo è riuscito ad inserirsi in tante, particolari ricette, dai primi ai secondi, sia di carne che di pesce, per le sue particolari proprietà organolettiche, che esaltano i cibi inebriandoli di un profumo insuperabile!