Mentre lungo la Penisola le colonnine di mercurio, ma anche le colture e la salute umana, “impazziscono” per i repentini sbalzi di temperatura, correnti caldissime di origine sub-sahariane (da Sud Sudan, Ciad, Nigeria e Burkina Faso) sono annunciate sulle coste libiche.
Un quadro che spingerà la temperatura dell’aria oltre i 40° in quello che si preannuncia già, secondo i dati Copernicus elaborati dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, l’Aprile più caldo della storia a livello globale (nella prima quindicina del mese è stata +0,73°C sulla media 1991-2020).
Nel frattempo, come tutti stiamo sperimentando, è sopraggiunta anche in Italia una corrente glaciale che ha interrotto un’anomala estate anticipata (temperature intorno ai 30° da Nord a Sud), portando con sé venti forti e piogge perlopiù al Nord.
Nelle Marche i livelli dei fiumi continuano a calare. Per fortuna, segnala l’ANBI, i bacini (oltre 53 milioni di metri cubi d’acqua invasata) rappresentano una sicurezza per la tenuta della stagione irrigua.
In Umbria il deficit idrico del Trasimeno appare irreversibile. Così come per il lago umbro, nel Lazio le preoccupazioni maggiori sono rivolte al bacino vulcanico di Albano ed a quello limitrofo di Nemi. In crisi idrica anche l’Abruzzo. Meglio il Molise dove livello della diga del Liscione si è alzato in un mese di m.1,64, raggiungendo quota m. 120,20 sul livello del mare, cioè +m. 2,32 rispetto a Marzo 2023 (fonte: Molise Acque).
Note dolenti dal Sud Italia: in Basilicata, così come in Puglia, l’anticipo d’estate ha fatto diminuire le già scarse riserve idriche, stoccate negli invasi. In Calabria solamente il fiume Coscile mantiene portate abbondanti (mc/s 42,88), mentre Lao ed Ancinale registrano flussi sensibilmente inferiori alla media storica (rispettivamente -63% e -95%).

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