In una società basata sulla comunicazione si apre il tema dell’incomunicabilità. Ed il settore agricolo, in particolare quello della meccanizzazione, fa da apripista. Siamo nel settore della digitalizzazione, sempre più presente su droni, trattori ed attrezzature agricole in generale: infatti ciascun costruttore potrebbe sviluppare un linguaggio-macchina esclusivo, accessibile soltanto ai mezzi del proprio brand e non a quelli delle altre case costruttrici, spesso competitor. L’impossibilità di comunicare finirebbe così per limitare in misura significativa il campo d’azione delle tecnologie 4.0, penalizzando l’intero comparto.
La digitalizzazione dei processi produttivi ha rivoluzionato le tradizionali lavorazioni agricole, oggi più produttive, più sostenibili e più sicure. Ma ha anche posto il tema dello sviluppo di un protocollo di comunicazione comune che permetta a differenti tipologie di mezzi meccanici di dialogare tra loro. L’applicazione delle tecnologie digitali poggia infatti sullo scambio e sulla condivisione di una grandissima quantità di dati tra il trattore e le macchine operatrici, e le attrezzature da esso controllate, al fine di ottimizzare le operazioni colturali.
Proprio per questo l’Agricultural Electronics Foundation (AEF) – associazione indipendente composta da otto aziende produttrici di attrezzature, tre associazioni di categoria (tra cui FederUnacoma) e oltre 280 aziende associate – organizza con cadenza annuale l’evento denominato Plugfest. L’edizione 2024, tenutasi nel capoluogo emiliano dal 16 al 20 settembre, ha voluto consentire agli ingegneri delle case costruttrici di conciliare i sistemi ISOBUS delle proprie macchine con quelli degli altri costruttori, risolvendo eventuali problemi di compatibilità.


La Plugfest, dunque, riunisce intorno allo stesso tavolo aziende che normalmente sono in competizione e che invece si trovano a cooperare tra loro per migliorare il profilo tecnologico delle loro macchine. L’evento organizzato da AEF rappresenta dunque un unicum nel panorama industriale. E di grande successo. Erano presenti a Bologna oltre 350 operatori provenienti dalle Americhe, dall’Asia e dall’Europa; non solo ingegneri impegnati nei test ma anche altri operatori del settore che parteciperanno alle oltre 20 riunioni tecniche programmate nell’ambito dell’iniziativa. Durante la cinque giorni bolognese sono stati messi alla prova 45 server (Universal Terminal e Task Controller installati nella cabina delle trattrici ISOBUS) con 64 client (sistemi elettronici di controllo di attrezzi agricoli ISOBUS) su due stazioni di prova sviluppate dall’AEF (Conformance Test AEF) per verificare la compatibilità delle diverse tecnologie, tra cui quattro piattaforme digitali per l’agricoltura (Farm Information System). E’ stata anche effettuata una dimostrazione dell’High Speed ISOBUS. Complessivamente, sono stati più di tremila i test eseguiti nel corso dell’evento AEF.

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