ll Ministero della Salute ha pubblicato il Piano di controllo ufficiale sugli alimenti e i loro ingredienti trattati con radiazioni ionizzanti.
La pubblicazione, che segue da vicino quella del rapporto sugli esiti del Piano 2022 – come segnala il CSQA di Thiene (VI), prestigioso ente di certificazione -, consiste di fatto nell’aggiornamento del piano pluriennale in materia 2023-2027 con le articolazioni specifiche previste per l’anno in corso.
Il documento
Articolato in 8 capitoli e 11 allegati, descrive minuziosamente la struttura del Piano, a partire dai suoi obiettivi, per proseguire dettagliando:
• la normativa europea e nazionale di riferimento,
• le responsabilità in capo ai diversi soggetti coinvolti nella sua esecuzione,
• l’articolazione dei controlli, che devono coprire sia gli alimenti di origine animale sia quelli di origine vegetale,
• gli alimenti scambiati in ambito comunitario e quelli importati da Paesi terzi.
Gli allegati contengono specifiche tecniche, tra le quali la ripartizione del numero minimo di campioni per le Regioni, le Provincie autonome e i Posti di controllo frontalieri (per quanto riguarda gli alimenti importati), nonché tra le diverse matrici e i metodi analitici da impiegare.
Di particolare interesse la specifica dei criteri che hanno portato alla definizione della numerosità campionaria per le diverse matrici che, nel rispetto di uno dei principi fondamentali del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli ufficiali, sono informati al livello di rischio connesso a ciascuna matrice e provenienza, nonché al tasso di esposizione della popolazione.
Quest’ultimo criterio porta a definire il numero dei campioni per l’analisi che deve essere prelevato da ciascuna Regione e Provincia autonoma, mentre la diffusione dell’impiego di radiazioni ionizzanti nel trattamento degli alimenti nei diversi Paesi, sia UE sia extra UE, indirizza i controlli in funzione della provenienza degli alimenti.
Quanto ai controlli sugli alimenti introdotti da altri Paesi membri dell’UE, non bisogna dimenticare che a livello di Unione europea la normativa in materia di trattamento degli alimenti con radiazioni ionizzanti non è completamente armonizzata.
È quindi possibile che sul mercato dell’Unione si trovino alimenti trattati con radiazioni ionizzanti non ricompresi, in base alla normativa nazionale, tra quelli che possono subire tale trattamento (in Italia è permesso l’irraggiamento, oltre che delle erbe aromatiche essiccate, spezie e condimenti vegetali, di patate, aglio e cipolle con finalità anti germogliativa).
Il parere dell’EFSA
Merita, a questo punto, segnala il CSQA, tornare all’introduzione che richiama la posizione in materia di trattamento degli alimenti con radiazioni ionizzanti espressa dall’Autorità europea per la Sicurezza alimentare (Efsa).
Il trattamento viene definito sicuro, se applicato nel rispetto di criteri definiti e tale da non causare modificazioni negli alimenti superiori a quelle che accompagnano altri processi comunemente applicati agli alimenti, quali la cottura.
Detto questo, l’Efsa mette però in guardia dall’impiegare il trattamento con radiazioni ionizzanti al fine di vicariare condizioni di produzione di basso livello igienico.
Si tratta, ovviamente, di un parere tecnico scientifico che per produrre effetti deve essere recepito dalla normativa dell’Unione e compreso dai consumatori, che sono spesso spaventati dall’impiego di una tecnologia che non conoscono e che viene di frequente assimilata a condizioni di pericolo. (Fonte: https://www.alimentibevande.it/)
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