A 88 anni è morto Etile Carpenè, quarta generazione della Carpenè Malvolti, anch’egli come i suoi predecessori, visionario del vino e del Prosecco. Portava il nome del nonno studioso, enotecnico, innovatore, uomo di singolare personalità, che a sua volta raccoglieva l’eredità paterna (Antonio, fondatore della Carpenè Malvolti) e sviluppa l’Impresa di Famiglia, apportando decisivi ed importanti miglioramenti in ambito produttivo e comunicativo che hanno permesso di valorizzare gli Spumanti ed i Distillati.
Come ricorda Franco Adami, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, “ci lascia un uomo che ha rappresentato integralmente lo spirito della nostra denominazione, visionario e curioso, sempre impegnato a promuovere la qualità e l’autenticità del nostro prodotto. Il suo impegno, la sua passione e la sua visione continueranno a ispirarci e a guidarci nel nostro lavoro quotidiano. In questo momento di dolore, onoriamo il suo ricordo continuando a lavorare per mantenere alta la bandiera del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, come lui avrebbe voluto”.
Per la Coldiretti“se ne va l’erede di una famiglia che dall’800 fino ad oggi ha guidato lo straordinario sviluppo del Prosecco nel mondo. Etile Carpenè con la sua riservatezza è stato pioniere ed artefice di una nuova visione enologica. Se alla fine del secolo scorso la responsabilità del successo di questo prodotto era legata principalmente alla Carpenè Malvolti, ora si può parlare di una eredità diffusa su un intero territorio e in particolare quello di Conegliano e Valdobbiadene. Sulla cultura spumantistica di questa cantina è nata una vera esperienza territoriale ricca di tanti imprenditori vitivinicoli. Anche negli ultimi 20 anni, il settore con la guida di Etile Carpenè ha saputo condividere e accompagnare tutti i più rilevanti cambiamenti ed evoluzioni che ha avuto il sistema Prosecco: dalla nascita della Doc al riconoscimento dell’Unesco. Rimane agli eredi il testimone per continuare in questo cammino evolutivo di una delle realtà produttive più importanti in Veneto”.
“La sua vita è simbolo di quello che io chiamo ‘Dna veneto’, fatto di spirito di iniziativa, dedizione, idee e passione per il lavoro – dichiara il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. La sua presenza in azienda ha ispirato generazioni di giovani, anche perché aveva iniziato dal basso, come operaio, pur essendo figlio del titolare e vantando già una laurea in Enologia e una in Chimica. Divenuto prima amministratore delegato e poi presidente della Cantina che nel 2018 ha celebrato i propri 150 anni di attività, l’aveva innovata adeguandola ai tempi, pur mantenendone salde le radici e l’identità”.
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