Per l’agricoltura è in arrivo della Transizione 5.0. L’aspetto nuovo è che è operativa dal 1 gennaio 2024 (quindi con effetto retroattivo) al 31 dicembre 2025 (completamento progetti entro il 28 febbraio 2026). Per non fare confusione ricordiamo che, comunque, le misure della Transizione 4.0 sono ancora attive, infatti i progetti si possono completare entro il 30 giugno 2026.
Puntualizzando, alla recente EIMA International, in un affollato incontro organizzato da FederUnacoma e dal Polo Tecnologico Alto Adriatico, Alberto Miotti proprio del Ptaa ha voluto evidenziare che «la Transizione 5.0 è l’evoluzione della 4.0 con l’aggiunta di una forte spinta sulla sostenibilità ambientale e sulla riduzione dei consumi energetici. I fondi messi a disposizione sono cospicui, 6,3 miliardi di euro, e andranno a finanziare investimenti 4.0 inseriti in progetti di efficientamento energetico (3,7 miliardi di euro), sistemi per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (1,89 miliardi di euro), formazione del personale per la transizione verde (630 miliardi di euro)».
Per accedere ai finanziamenti, in forma di crediti d’imposta, occorre presentare un progetto di innovazione che porti alla riduzione dei consumi di almeno il 3% sull’intero progetto o di almeno il 5% sul singolo processo. «Le aliquote – ha continuato Miotti – sono interessanti e vanno dal 35 al 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, dal 15 al 25% per investimenti compresi fra 2,5 e 10 milioni di euro e fra il 5 e il 15% per investimenti compresi fra 10 e 50 milioni di euro. Ma occorre sottolineare che l’iter burocratico è impegnativo e richiede un certificato ex ante che fotografi la situazione di partenza e un certificato ex post che identifichi la situazione finale e il risparmio energetico ottenuto».

4.0 e 5.0: difformità?
Non sono poche le differenze fra 4.0 e 5.0. Il credito d’imposta nella transizione 5.0 può essere liquidato anche in un’unica soluzione e per le spese di certificazione sono previsti fino a 10 mila euro di contributo, aspetti entrambi non presenti nel 4.0. Così come la transizione 5.0 prevede anche un finanziamento fino al massimo del 10% di quello relativo al bene strumentale per la formazione. L’iter complesso e la “concorrenza” del 4.0 hanno tenuto lontano gli investimenti (meno di 100 milioni di euro di progetti finanziati) ma nei prossimi mesi, con la più chiara definizione dell’operatività, è probabile che le domande subiscano un’accelerazione.
Certo alcuni vincoli emergono. Ad esempio per i trattori. «Solo quelli che passano da Stage I a Stage V possono accedere alle agevolazioni della Transizione 5.0. Meno complesso – ha concluso il consulente del Mimit Marco Belardi – è ottenerle per le attrezzature innovative per le quali, come parametro di riferimento per la riduzione dei consumi, occorre basarsi sui consumi del trattore».
 
Il successo 4.0
In sei anni le aziende agricole italiane 4.0 hanno conquistato sempre più spazio, generando un fatturato di 2,3 miliardi. Second0 un’analisi dell’osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano dal 2017 al 2023, l’agricoltura 4.0 in Italia ha fatto passi da gigante. Nel 2017 le aziende digitalizzate totalizzavano un fatturato di 100 milioni di euro, l’anno scorso hanno raggiunto i 2,3 miliardi. Una crescita del mercato supportata dal costante aumento del numero delle imprese che si sono innovate in ottica 4.0 e che nel 2024 hanno raggiunto la soglia delle 400 unità.
Più del 60% delle soluzioni introdotte dalle aziende riguardano il controllo e il monitoraggio da remoto di colture e terreni, nonché le tecnologie di supporto decisionale. Il 75% delle innovazioni è rappresentato da sistemi per la raccolta e la valorizzazione dei dati, il 59% da soluzioni IoT, il 58% da piattaforme software. Ancora poco utilizzate invece l’intelligenza artificiale e il machine learning.
La presentazione dell’indagine, avvenuta anch’essa a EIMA 2024, è stata l’occasione anche per illustrare il progetto europeo QuantiFarm, che coinvolge 100 imprenditori agricoli e 20 Paesi per analizzare gli impatti delle tecnologie 4.0 sui ricavi, sulla redditività, sull’ambiente e sulla qualità della vita dei coltivatori. Alcune esperienze hanno consentito di confermare i vantaggi assicurati da una gestione 4.0 dell’impresa agricola. La maggior parte dei casi esaminati fino ad ora ha infatti registrato una crescita dei ricavi e contemporaneamente una riduzione dei consumi di acqua, energia carburante. Rilevante anche l’impatto sociale, con un migliore bilanciamento tra vita privata e vita professionale.

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