Le regioni “verdi” italiane, ovvero quelle con la più alta percentuale di boschi rispetto alla superficie complessiva sono la Liguria (81% del territorio occupato da foreste), il Trentino Alto Adige (62%) e la Sardegna (56%), la quale vanta però il più esteso patrimonio boschivo in termini assoluti con 1,3 milioni di ettari davanti a Toscana (1,2) e Piemonte (1).
La superficie nazionale coperta da boschi è salita al valore record di quasi 120mila km quadrati, arrivando a occupare circa il 40% dell’Italia. Una risorsa importante in termini naturalistici e ambientali che va però tutelata e gestita rispetto al rischio abbandono e agli effetti dai cambiamenti climatici (fonte Coldiretti su dati Iuti).
Secondo Federforeste poi, quasi i due terzi del Bosco Italia (63%) sono di proprietà privata, mentre il restante 32% è in mano pubblica e un 5% non classificabile.
Se restiamo nella metafora colori, tutto rosa quindi? Non proprio.
Dal punto di vista della gestione, solo su 2 foreste su 3 si interviene con adeguate operazioni colturali, mentre il resto è abbandonato e dunque esposto ai rischi come gli incendi che ogni anno devastano centinaia di ettari con danni incalcolabili dal punto di vista ambientale ed economico; per non parlare dei cambiamenti climatici, che producono eventi estremi tra siccità, alluvioni e uragani, e l’arrivo di insetti e parassiti alieni.
Ricordiamo che le foreste svolgono un ruolo fondamentale grazie alla loro la capacità di assorbire CO2 e sono una rilevante risorsa economica: dalle attività tradizionali come la ricerca di funghi e tartufi all’ecoturismo, fino alla filiera del legno, dalle potenzialità peraltro non del tutto sfruttate. Sono infatti oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, gli addetti si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi. Federforeste segnala anche che il tasso di prelievo forestale in Italia si aggira su una media del 27%, contro il 64% degli altri paesi europei. Un’opportunità può dunque arrivare proprio dall’aumento del prelievo del legno dai boschi con lo sviluppo di filiere sostenibili in grado di tutelare l’ambiente e creare occupazione se si considera che la nostra industria è la prima in Europa, e che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare il comparto del mobile, della carta o del riscaldamento.
Per sostenere questi obiettivi è nata Oltrebosco, la società costituita da Cai – Consorzi Agrari d’Italia, B.F. S.p.A., Sorgenia Biomasse e Federforeste, che nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio forestale che, se gestito in modo sostenibile, può diventare un elemento di rilancio delle aree interne e delle economie dei territori anche dal punto di vista occupazionale.

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