La Cina sembra porre ostacoli alla promozione dei prodotti DOP IGP, mettendo così a rischio l’attività di promozione da parte dei Consorzi di Tutela italiani, con conseguenti aumenti dei costi. A sottolinearlo è l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche  (Origin Italia), in seguito ad alcune segnalazioni di Consorzi associati. Le autorità cinesi, sembra abbiano avanzato una richiesta – in virtù di una legge del 2017 nei confronti delle organizzazioni noprofit, tra le quali figurerebbero anche i Consorzi di Tutela -, di dotarsi di un rappresentante legale nella Repubblica Popolare Cinese per poter svolgere le normali attività, ovvero, per i Consorzi di Tutela, l’attività di promozione. Una novità che sarebbe in netto contrasto con la recente entrata in vigore (1 marzo 2021) dell’Accordo stipulato tra l’Unione Europea e la Repubblica Popolare Cinese sulla cooperazione e la protezione dall’imitazione e dall’uso improprio della denominazione di 200 Indicazioni Geografiche europee e cinesi. «Se dovesse essere confermato questo cambiamento di disciplina – sottolinea il presidente Origin Italia, Cesare Baldrighi -, i Consorzi di Tutela rischierebbero di subire una interruzione repentina delle attività promozionali in territorio cinese, con gravi ripercussioni».  A questo punto, quindi, i Consorzi italiani attendono chiarimenti da parte del Governo e di sapere quali misure vorrà mettere in atto.

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