Si tiene oggi 22 gennaio a Roma al Ministero l’incontro per affrontare il tema aviaria e più specificatamente quello del vaccino che si sta sperimentando tra Italia e Olanda.
Nel frattempo la cronaca si fa stringente. Il Veneto supera la Lombardia nel triste primato di casi. Sabato scorso nel Veronese è stato accertato un nuovo focolaio a Vigasio, in provincia di Verona, in un allevamento di 800.000 galline ovaiole, che fa salire il totale a 24 casi, contro i 23 lombardi, e a 53 il numero complessivo di focolai di aviaria in Italia, che hanno colpito anche Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna.
Il dato è emerso nel corso del check a Padova (sede di Confagricoltura ad Albignasego) con le aziende avicole regionali, al quale hanno preso parte oltre 250 allevatori da tutta la regione tra presenze e collegamenti online anche dalla Lombardia. Ingenti i danni dovuti all’epidemia, tra l’abbattimento di milioni di capi e il blocco dell’attività dovuto alle Zur (Zone di ulteriore restrizione) istituite nei territori colpiti.
Va ricordato che il 30% della carne avicola nazionale arriva dal Veneto, che conta 6.300 aziende produttrici per un fatturato pari a 700 milioni annui. Il settore avicolo è strategico per la nazione: la carne avicola copre il 40% di quella consumata e ogni cittadino ne consuma annualmente circa 22 chili, oltre a 118 uova.
Calogero Terregino, direttore del dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha tracciato il quadro della situazione epidemiologica: “L’ultimo focolaio ha colpito un allevamento enorme di ovaiole nel Basso Veronese, con un impatto economico notevole anche in termini sanitari. Il virus si sta modificando: circola in nuove aree come il Trevigiano, finora poco a rischio, con nuovi uccelli volatili infetti che lo propagano, come gli ibis e gli aironi, riuscendo anche ad adattarsi ad ambienti diversi da quelli accertati finora.  Una situazione che pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza, che potrebbero non essere più sufficienti, e che rilancia l’opportunità dell’adozione di un vaccino, in sperimentazione tra Italia e Olanda. Ne sono già pronti alcuni di nuova generazione, in particolare per tacchini e galline ovaiole. Il ministero nel frattempo ha riesaminato le misure di controllo, togliendo le aree di restrizione da Brescia e Ferrara e concentrando gli sforzi nelle aree critiche tra Mantova e Verona”.
Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, ha sottolineato che “è necessario che si mettano in atto misure finalmente efficaci per arginare questa malattia, che sta causando danni abnormi alle aziende, scoperte per quanto riguarda gli indennizzi per danni indiretti da fermo allevamento”.

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