Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrà dare un contributo significativo nel recupero delle nostre infrastrutture, sintetizzabili in ben 850.000 chilometri di strade, 2.200 gallerie, 21.100 ponti e 6.320 cavalcavia (per i quali ancora oggi non esistono dati certi). Una occasione unica per sbloccare progetti fermi ed accelerare il percorso di transizione verso un modello di economia circolare, le Smart City avanzate e verso una maggiore sostenibilità ambientale. Le città infatti sono oggi al centro dell’innovazione e della crescita: il 54% della popolazione vive in aree urbane e sono responsabili del 70% delle emissioni di origine antropica; di queste il 65% deriva dal consumo di risorse naturali. Le installazioni del nostro Paese di cui sappiamo qualcosa ammontano a non più di 65.000: delle altre infrastrutture, invece non sappiamo quasi nulla, segnala la startup Sensoworks. Infatti, non essendo mai stato funzionante il catasto delle strade non si può neanche conoscere con certezza il numero di ponti, viadotti e gallerie che potrebbero aver raggiunto livelli preoccupanti di degrado. Qui le nuove tecnologie potrebbero dare un contributo risolutivo, consentono interventi su larga scala ed in continuo, con acquisizione automatica dei dati e gestione da remoto permettendo, ad esempio,di monitorare grandezze fisiche, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
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